Chi entra nell’atelier dell’artista Aron Demetz, viene fissato da molti occhi: delle figure umane a grandezza naturale in legno, bronzo e gesso, ricoperte di resina, carbonizzate e selvaggiamente sfilacciate sono disposte nell’ampia sala tra tronchi accatastati e ceppi enormi. In mezzo a tutto questo Aron Demetz sta lavorando a una nuova scultura: con spatolate brevi e precise modella una massa di gesso bianco attorno a del legno nero come il carbone. Sembra quasi che la massa bianca debba proteggere il fragile busto in legno carbonizzato.
Aron Demetz è tra gli scultori più in vista sulla scena internazionale. Per lavorare preferisce stare nella sua valle, la Val Gardena in Alto Adige. Se trae ispirazione dai massicci dolomitici che sono a portata di mano? Aron Demetz, titubante, scuote la testa: “Inconsciamente il paesaggio fa la sua parte. Qui in val Gardena le montagne sono di per sé forme e sculture.” Che cosa può contrapporre a questa natura come scultore?