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    Luoghi da vedere in Alto Adige

    L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.

    Risultati
    Guide, scuole
    Il parco naturale Gruppo di Tessa in Val Senales
    Senales, Val Venosta
    Il Parco Naturale Gruppo di Tessa in Val SenalesIl più grande parco naturale dell’Alto AdigeCon i suoi 30000 ettari, il Parco Naturale Gruppo di Tessa si estende su una superficie delimitata a ovest dalla Val Senales e dalla Val Passiria ad est, dalla Valle dell’Adige a sud e dalle Alpi di Ötz a nord.
    Il parco abbraccia l’intero Gruppo di Tessa, un’estesa catena montuosa costellata da vette e laghi d’alta montagna.

    Il parco naturale si erge sul versante nordest della Val Senales e con le sue pendici brulle, i laghi dall’acqua cristallina e i fitti boschi di larici rappresenta un’amata destinazione per gli appassionati di montagna. Situata nel cuore del parco nazionale, la Val di Fosse presenta un ambiente affascinante e intatto. Non di rado in questa convalle della Val Senales si incontrano camosci, marmotte e stambecchi. In Val di Fosse ci sono infatti più camosci e stambecchi che abitanti nell’intera Val Senales.

    Percorso naturalistico "Vivere le malghe nella Val di Fosse"
    In base a tabelloni ed elementi interattivi, come mezzi d’informazione lungo il percorso, dal maso Vorderkaser attraverso le malghe i visitatori colgono aspetti caratteristici riguardanti la flora, la fauna e la geologia del territorio locale ed in particolare anche per il tema dell’alpicoltura.
    Fortezze e castelli
    Municipio di Vipiteno
    Vipiteno, Vipiteno e dintorni

    Il municipio della città di Vipiteno è un vero gioiello dei palazzi civici del Tirolo. Fu costruito negli anni 1468 - 1473, il particolare "erker" ad angolo fu introdotto nel 1524 nel corso di una ristrutturazione. La sala del consiglio in stile gotico, con le sue pareti rivestite in legno e il soffitto con travi a vista, è considerata la più bella di tutto il Tirolo. Gli ampi spazi aperti del municipio furono utilizzati più volte in passato per degli importanti incontri: nel 1525 si riunì il consiglio di emergenza durante la rivolta dei contadini, dal XIV al XVII secolo si tennero diverse riunioni del Parlamento del Tirolo e furono ricevuti i membri della famiglia imperiale (Massimiliano I d'Asburgo, Filippo II di Spagna , Ferdinando II d'Austria, Maria Teresa d'Austria, etc.).  

    Nell‘atrio, dove si aprono le finestre ad arco sulla parete sud, sono esposti i vari oggetti del museo sulla storia locale. Il municipio è collegato tramite un ampio cortile interno ad una sala civica intitolata a Vigil Raber, il primo editore teatrale dell'area di lingua tedesca.

    Nel cortile, alla fine della galleria al piano terra, ci sono reperti di storia dell’insediamento romano. Una copia della Stele del Dio Mitra testimonia il famoso culto misterico che veniva praticato da molti soldati romani. La pietra miliare adiacente (del 200 d.C.) testimonia l‘ampliamento della strada romana lungo la linea del Brennero sotto Settimio Severo.

    La sala storica e il cortile interno sono visitabili durante gli orari di apertura del Municipio. 

    Arte e cultura
    Stele del Dio Mitra e pietra miliare romana nel Municipio di Vipiteno
    Vipiteno, Vipiteno e dintorni

    La stele raffigurante il dio persiano della luce Mitra venne ritrovata nel 1589 nei pressi di Mules a Campo di Trens. L'originale è conservata al Museo Archeologico di Bolzano, una copia è visibile nel cortile interno del municipio di Vipiteno dove è conservata anche una pietra miliare romana di Settimio Severo (circa 200 d.C.) ritrovata a Vipiteno nel 1979.

    Arte e cultura
    Biotopo Castelfeder
    Ora, Strada del Vino

    Tra le località di villeggiatura, su un colle di porfido ubicato in posizione strategica, si innalza Castelfeder, noto anche come Castelvetere. Castelfeder, una cupola spaziosa a struttura multipla, ha ospitato, nel corso dei secoli, un insediamento preistorico, romano e dell'Alto Medioevo. Castelfeder è tradizionalmente un luogo d'energia e di culto e, soprattutto in primavera, una popolare meta per piacevoli gite. Della struttura originaria di Castelfeder si sono conservati fino a oggi soprattutto tratti del muro di cinta con le famose "Kuchelen", in origine pensate come mura di difesa, e parti della cappella di Santa Barbara, la cui origine è databile al VI secolo circa. Inoltre, la soleggiata collina di Castelfeder è ricoperta da un'interessante vegetazione con querce secolari e un biotopo. Chi visita la collina di Castelfeder non deve perdere una sua particolarità: lo scivolo della fertilità, uno scivolo di porfido ripido e liscio, considerato il fulcro di un antico culto, su cui le donne desiderose di procreare scivolavano a pancia in giù.

    Arte e cultura
    Terme storiche
    Merano, Merano e dintorni

    L’Ex Fisioterapico si trova in va Huber e fu il primo complesso termale della città. Costruito nel 1907 su progetto di Max Langheinrich, architetto bavarese, rientrava nel programma volto a far di Merano un centro termale di livello internazionale. La costruzione a tre piani è sovrastata da una cupola. L’ingresso è preceduto da un elegante porticato colonnato semicircolare, mentre al piano nobile si accede attraverso una scalinata marmorea dai raffinati decori niellati; dal soffitto pende un imponente lampadario ligneo con statue a figura intera dai caratteristici costumi tradizionali tirolesi. Giunti al piano nobile sono ancora visibili la sala d’attesa e, sul corridoio, le porte delle numerose sale per i trattamenti di cura, oggi adibite a differente uso

    Arte e cultura
    Omini di Pietra
    Meltina, Bolzano e dintorni

    Gli omini di pietra si trovano al di sopra di Valas. Vi aspetterà un posto antico con vista panoramica di 360°. 

    Punto di partenza è il "parcheggio Campitello". Da lì andate per 40 minuti fino alla malga di Giogo (percorribile col passeggino). Seguite il sentiero nr. 23 b fino agli Omini di Pietra. La discesa avviene tramite il sentiero nr. 23a. Passate il rifugio Möltner Kaser fino alla malga di Giogo. Poi ritornate al punto di partenza. 

    Chiese e abbazie
    Cappella "Zum Weißen Bild"
    Cornedo all'Isarco, Regione dolomitica Val d'Ega
    La cappella “Maria Hilf” di Collepietra, nota come “Zum Weißen Bild”, è un luogo di contemplazione e un simbolo della tradizione della regione. Il suo soprannome deriva da una preziosa colonna votiva in marmo bianco che si trova proprio di fronte alla cappella.

    La cappella fu costruita alla fine del XVIII secolo e fu probabilmente eretta in onore della Madonna come ringraziamento per il felice esito di una battaglia combattuta qui contro i francesi.
     È un edificio semplice con una facciata bianca che colpisce per la sua armoniosa integrazione nel paesaggio circostante. L'interno è caratterizzato da un altare progettato con cura e da un rilievo artistico della Madonna con il Bambino Gesù.

    La cappella non è solo una destinazione popolare per i credenti, ma anche per chiunque cerchi pace e un momento di contemplazione. La sua posizione, circondata da una natura idilliaca e con vista sulle Dolomiti, la rende un luogo speciale a Collepietra.
    Laghi balneabili
    Lago Göller
    Aldino

    Come nelle favole, il lago Göller di Aldino, meta ambita dai turisti nella stagione estiva, si estende in una piccola radura in mezzo al bosco. Nelle immediate vicinanze i punti panoramici di Roccia Rossa e Burgstalleck che donano una fantastica vista sulle montagne e valli circostanti. Di fronte alla casa dei Vigili del fuoco di Aldino prendete il sentiero 17b e raggiungerete il lago in ca. 30 min. attraverso una comoda passeggiata.

    Arte e cultura
    Monumento Luis Trenker
    Ortisei, Regione dolomitica Val Gardena

    Sull'omonima passeggiata una statua ricorda "Bera Luis", il figlio piú celebre della Val Gardena, attore, regista e scrittore, ma soptratutto appassionato scalatore che ha trasmesso a molti il suo amore per la montagna.

    Luis Trenker nacque a Ortisei il 4 ottobre 1892 e morì a Bolzano il 12 aprile 1990, all'età di 97 anni. È stato sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Ortisei.
    Già durante il periodo scolastico lavorò come guida alpina e maestro di sci. Studiò architettura a Vienna e Graz e aprì uno studio di architettura a Bolzano, che dovette chiudere poco tempo dopo perché la sua laurea non era riconosciuta in Italia. Per questo lavorò come artista dal 1927 al 1940 a Berlino.

    Il suo primo contatto con il cinema avvenne nel 1921, quando fu assunto come guida alpina per il film "Berg des Schicksals" (Il monte del destino). Quando il regista si rese conto che l'attore principale non era in grado di scalare, Trenker assunse il ruolo di protagonista. Seguirono altri film in rapida successione, inizialmente come attore, poi anche come regista e sceneggiatore. Non solo film di montagna, ma anche film d'avventura, commedie, thriller e film storici.
    Oltre ai suoi film, Luis Trenker pubblicò anche una serie di romanzi, articoli e resoconti delle sue esperienze.
    Negli ultimi anni della sua vita, Trenker si è anche battuto per la protezione dell'ambiente e la conservazione della natura.

    I film più conosciuti sono:
    Der Kampf ums Matterhorn (1928)
    Montagne in fiamme(1931)
    Il grande agguato (1932)
    Il figliuol prodigo (1934)
    La grande conquista (1938)
    Monte Miracolo (1943)

    Guide, scuole
    Transumanza
    Senales, Val Venosta

    La sfilata delle greggi
    Ogni estate, migliaia di pecore si spostano dalla Val Venosta alla Valle Ötztal

    L’UNESCO ha dichiarato “patrimonio culturale immateriale” una tradizione millenaria: l’annuale transumanza di migliaia di pecore attraverso il Giogo Tasca, Giogo Basso e Giogo Alto dal Monte Sole della Val Venosta e dalla Val Senales agli alpeggi delle valli Rofental e Niedertal sopra Vent, ancora oggi appartenenti ad agricoltori della Val Senales. Il documento più antico, in cui venivano stabiliti i confini dell’interessenza alpestre, validi ancora oggi, risale al 1415.
    A metà giugno, non appena la neve abbandona gli alpeggi sull’altro versante del principale crinale alpino, una parte delle greggi parte dalla Val Venosta, dando inizio a una “lunga marcia” di circa 44 km con 3200 m di dislivello in salita e 1800 m in discesa. A Maso Corto e Vernago, altre pecore si uniscono al gregge, che il mattino successivo affronta l’attraversamento del principale crinale alpino delle Alpi Venoste, superando faticosamente i nevai, così come ripidi canaloni di roccia e ghiaccio sul Giogo Alto e sul Giogo Basso. Entrambe le valli sono pianeggianti, ma neve, nebbia e tempeste possono rendere difficoltosa la discesa; talvolta il maltempo non arreca danni solo al bestiame, ma anche ai pastori.
    A metà settembre, le pecore si mettono nuovamente in cammino, questa volta in direzione opposta, e per lo più con condizioni meteorologiche e “stradali” migliori. A valle questa tradizionale sfilata viene accolta dai proprietari e durante la “Schofschoad” (transumanza, ndt) gli animali vengono separati a seconda della marcatura colorata, per essere riportati ai loro pascoli in Val Senales o sul Monte Sole, in Val Venosta. Il felice ritorno di persone e animali viene celebrato.

    Arte e cultura
    Iceman Ötzi Peak
    Senales, Val Venosta
    Osservare dalla cima sovrastata da una croce a più di 3.000 metri di altitudine, e godere della fantastica vista proprio come fece Ötzi. Dopo 5.300 anni ciò novamente possibile grazie alla piattaforma panoramica di recente costruzione ,,Iceman Ötzi Peak“.

    L’accesso sicuro verso i 3.251 m. ha inizio a Maso Corto. Le Funivie Ghiacciai Val Senales offrono a tutte le famiglie un ticket a tariffa speciale per raggiungere i 3.212 m. della stazione a monte del Glacier Hotel Grawand, l’albergo più alto d’Europa.

    L‘opera in acciaio, realizzata e progettata da aziende altoatesine, é raggiungibile in modo sicuro e confortevole, tramite una scala con corimano in 10 miunti dalla stazione a monte.

    Una volta in cima lo sguardo dell’osservatore si dirige verso l’ampia e luccicante distesa di neve del Similaun (3.606 m.) ai cui piedi il 19 settembre 1991è stato ritrovato Ötzi, la mummia del ghiacciaio.

    Dalla piattaforma si gode anche una splendida vista sul ghiacciaio del Giogo Alto e la confine tra Italia e Austria segnato dal corso d’acqua che scorre ai piedi del ghiacciaio: l’acqua raggiungerà da questo punto da una parte il mar Adriatico e dall’altra il Mar Nero.

    Il sentiero utilizzato per transumanza estiva delle pecore è anche visibile dalla piattaforma, la millenaria tradizione è entrata a far parte Patrimonio Culturale dell’UNESCO.
    Chiese e abbazie
    Chiesa di Santa Caterina
    Avelengo, Merano e dintorni

    La piccola chiesetta romanica del XIII secolo è dotata di un’abside in stile gotico, all’interno si trovano preziosi affreschi ben conservati (ammirabile solo attraverso un foro praticato nel portone d’ingresso). L’ornamento più prezioso della chiesetta è l’altare tardogotico. Stupenda vista panoramica su Merano.

    La storia

    Come molti altri edifici sacrali sulle montagne del meranese anche la Chiesetta di Santa Caterina ad Avelengo venne costruita sopra un precedente luogo di culto pagano. Una prima chiesa fu distrutta dalle fiamme nel 1202.

    Di questa prima costruzione sono conservati ancora i muri perimetrali della navata. Nel 1251 venne consacrata una nuova costruzione romanica che nel 1452 fu ristrutturata e rinnovata.

    L’ornamento più prezioso della chiesetta è l’altare tardogotico. Al centro di esso si trovano le statue in legno di Santa Caterina, al centro, e San Giovanni Battista e Santa Maddalena ai lati.

    La leggenda

    Secondo una leggenda gli abitanti del luogo decisero di fare erigere la chiesetta di Santa Caterina e quella di Lafenn da due giganti che però a disposizione avevano un solo martello. Nacque un litigio e il gigante di Lafenn cerca di colpire il suo avversario con un sasso che manca il bersaglio. Il macigno, che si conficcò nel terreno vicino alla chiesetta, è ancor oggi visibile.

    Laghi, cascate
    Lago di Caldaro
    Caldaro sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Il Lago di Caldaro, situato lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige, è noto per essere il lago balneabile più caldo delle Alpi. Con una lunghezza di circa 1,8 km e una larghezza di 0,9 km, è anche il più grande lago naturale dell’Alto Adige. Circondato da vigneti e vegetazione mediterranea, è una meta molto amata da bagnanti, velisti e amanti della natura. Nei mesi estivi, le sue acque piacevolmente calde regalano momenti indimenticabili.
    Fortezze e castelli
    Weiberbödele
    Stelvio, Val Venosta
    Il Weiberbödele è un sito risalente all’Età del Bronzo (circa 2000-1800 a.C) dove si consumavano roghi votivi. Vicino si sono ritrovate numerose scorie di metalli e un’accetta in bronzo, il che fa supporre l’esistenza di una fucina. Il minerale non doveva fare difetto se si pensa che Stelvio – a cui si accede dopo 15 minuti di salita rispettando il segnavia 9 (alt. 1302 )– fu costruito e abitato da minatori impiegati nelle miniere della zona.
    Arte e cultura
    Wandelhalle
    Merano, Merano e dintorni

    Negli anni ’60 del XIX secolo fu allestito un loggiato che fungeva da passeggiata coperta con panchine, dove ci si poteva godere il tepore del sole nelle giornate invernali. La Wandelhalle divenne ben presto un punto di ritrovo per gli ospiti di cura, tanto che nel 1891 dovette essere ampliata e ristrutturata. Nel padiglione centrale si trovano tavole commemorative e busti di personaggi illustri. Le pareti sono decorate da dipinti di Lenhart, Complojer e Demetz, raffiguranti paesaggi dell’Alto Adige.

    Arte e cultura
    Monumento Dr. Franz Tappeiner
    Merano, Merano e dintorni

    Medico, scienziato e promotore dello sviluppo turistico meranese è ricordato con un mezzo busto sulla Passeggiata che porta il suo nome. Il medico originario di Lasa aprì in città un suo ambulatorio distinguendosi ben presto per i suoi trattamenti contro la tubercolosi e le tecniche di cura all’aria aperta. Riconoscente verso la città di cura che lo aveva eletto a prestigioso medico decise - in occasione dei suoi 25 anni di attvità - di donare a Merano l’astronomica cifra di 24.000 fiorini affinchè si desse seguito al progetto di prolungamento della passeggiata Gilf verso il versante più solatio e panoramico di Monte San Benedetto. Fu così che venne realizzato il primo tratto della Tappeinerweg che ha appunto il suo nome.

    Guide, scuole
    Lago di Vernago - allenamento ad alta quota
    Senales, Val Venosta
    Kanu & Kajak: Allenamento ad alta quota sul lago di Vernago Il lago fra i Tremila si contraddistingue soprattutto d’estate per la sua straordinaria colorazione verde smeraldo, provocata dalla levigatura glaciale nell’acqua.

    Non è un caso che sul lago di Vernago si allenino già da anni le nazionali sportive. Un nostro gradito ospite è ad esempio Antonio Rossi, canoista tre volte campione olimpico e più volte campione mondiale. Con la sua posizione a 1700 m s.l.m e piste di canottaggio segnate e di diverse lunghezze, il lago offre le condizioni ideali per un allenamento ad alta quota.
    Il motivo per cui l’allenamento ad alta quota è efficace nel migliorare le prestazioniè presto detto: l’organismo è costretto ad adattarsi alla minore concentrazione di ossigeno nell’aria tipica dell’elevata altitudine. Ne sono interessati in primo luogo la respirazione, il sistema cardiovascolare e il sangue.

    Fortezze e castelli
    Sepolcro Sig.ra Emma Hellensteiner
    Villabassa, Regione dolomitica 3 Cime
    Emma Hellensteiner, pioniera del turismo alpino di fine ottocento ( Sankt Johann in Tirol, 23 aprile 1817 - Merano, 9 marzo 1904)

    Emma Hellenstainer fu una carismatica albergatrice e un’eccellente cuoca. Questa donna rese celebre l’Hotel Emma che all’epoca si chiamava Schwarzer Adler. La sua fama e il suo fascino si spinsero ben oltre i confini del paese attirando clienti da tutto il mondo. Ospiti tedeschi, italiani, inglesi – vennero a Villabassa non solo per il meraviglioso paesaggio, ma soprattutto per il fascino della Signora Emma.
    Arte e cultura
    Parco naturale Gruppo di Tessa
    Moso in Passiria, Val Venosta

    Con i suoi oltre 30.000 ettari, il Parco naturale Gruppo di Tessaè il più grande parco naturale dell’Alto Adige. Si sviluppa tra la Val d’Adige, la Val Venosta, la Val Senales, la Val Passiria e la catena principale alpina.

    Alcuni dei più incantevoli percorsi escursionistici nei dintorni di Merano, tra cui per esempio l’Alta Via di Merano che circonda il Gruppo di Tessa con un’escursione di più giorni o il Giro dei Laghi di Sopranes, uno degli altopiani lacustri più grandi d’Europa, si trovano proprio in questa area protetta. Boschi di latifoglie e larici, brughiere in alta quota, malghe fiorite, pareti di roccia scoscese, scroscianti torrenti di montagna, laghi alpini dalle acque cristalline e cime dalla vista spettacolare sono ciò che caratterizza il Parco naturale Gruppo di Tessa, con una variopinta flora e fauna.

    Ma non sono solo la particolare flora e fauna a fare del Gruppo di Tessa un’area così interessante. I resti di alcuni insediamenti preistorici, le fortificazioni e i luoghi di culto sono la prova che già in tempi antichissimi anche l’uomo si era insediato nel Gruppo di Tessa. Coppelle, Ötzi l’Uomo venuto dal ghiaccio, e l’antico sentiero dei Morti di Plan in direzione di Tirolo fanno risalire la presenza dell’uomo sul Gruppo di Tessa agli esordi dell’umanità. Nel tardo medioevo, dato l’aumento della popolazione, gli abitanti furono costretti a spingersi fino a 2.000 m con i loro masi e a rimanervi per tutto l'arco dell'anno. 

    Il Parco naturale Gruppo di Tessa si trova nei comuni di Senales, Naturno, Parcines, Lagundo, Tirolo, Rifiano, San Martino in Passiria e Moso in Passiria.

    Arte e cultura
    Monumento dedicato a Pater Joachim Haspinger
    Valle di Casies

    Frate Joachim Haspinger, „il cappuccino guerresco“, è nato nel 1776 in Val Casies. Dopo aver completato gli studi è entrato nell’ordine dei cappuccini. Nel 1809 faceva parte delle lotte detentive nel Tirolo. Insieme ad Andreas Hofer ha lottato contro le truppe francesi e bavaresi sul monte „Bergisel“ ad Innsbruck. In suo onore è stato eretto un monumento sulla piazza del Suo paese Natale S. Martino.

    Chiese e abbazie
    Cimitero dei francesi a S. Leonardo
    San Leonardo in Passiria, Merano e dintorni

    Nel novembre 1809 migliaia di soldati dell'esercito di Napoleone, diretti a Merano, valicarono il Passo Giovo e giunsero in Val Passiria. Nei pressi di S. Leonardo ebbero tuttavia luogo furiosi scontri con i rivoltosi passiriani: vi persero la vita 22 valligiani, ma anche 200 soldati e 30 ufficiali dell'esercito napoleonico.

    Secondo racconti successivi agli eventi i caduti francesi sarebbero stati sepolti in un vecchio cimitero ai margini del paese, probabilmente usato per le vittime della peste. Nell'anno commemorativo 1959, 150 anni dopo la rivolta hoferiana, gli Schützen della Val Passiria fecero qui apporre una targa commemorativa in marmo. L'ambasciata transalpina ha fino ad oggi contribuito alla manutenzione del cimitero e su di esso sventola il tricolore francese.

    Uno primo scavo archeologico, eseguito nel 2009, non ha riportato alla luce tracce di soldati napoleonici e ciò parve confermare i vecchi dubbi sull'effettiva sepoltura. Nel 2013 il Ministero alla Difesa francese fece quindi eseguire ulteriori scavi: essi hanno portato alla luce un coltello, ossa e resti di vestiario in grado di attestare la sepoltura di soldati francesi.

    Laghi, cascate
    Lago Santo
    Salorno, Strada del Vino
    Il Lago Santo, situato nella Val di Cembra in Trentino, poco distante dal confine con l’Alto Adige, si trova a circa 1.200 metri di altitudine ed è avvolto da una fitta foresta alpina. Le sue acque cristalline ne fanno una meta molto amata sia dai pescatori che dagli escursionisti, che possono godere della quiete della natura e degli spettacolari panorami montani.
    Fortezze e castelli
    Panche delle streghe
    Castelrotto, Regione dolomitica Alpe di Siusi

    Panche delle streghe Il posto di riposo delle streghe dello Sciliar sulla Bullaccia è un posto leggendario, nel vero senso della parola. Le cosidette panche delle streghe sono due enormi massi di porfido situati sul lato occidentale di questo bastione. La loro posizione fa supporre, in quel punto, l'individuazione di un luogo di culto dedicato al dio Sole, che al tramonto illumina l'Alpe.

    Guide, scuole
    Lago di Vernago
    Senales, Val Venosta

    Vernago - l’acqua sommerge una pianura


    In tarda estate, l’acqua verde smeraldo del lago, in cui si specchiano le cime, è un affascinante idillio. Si tratta, però, di un bacino artificiale, la cui creazione ha dato origine a molti cambiamenti nella valle. Circa 50 anni fa, l’acqua ha inondato una delle località paesaggisticamente più belle della Val Senales, distruggendo una superficie molto importante per l’agricoltura. Da Madonna di Senales, dopo avere superato un ripido gradino, la valle si allargava nell’“area più bella e pianeggiante”, “nei terreni fertili appartenenti al maso Spechtenhaus ”. I masi Oberörl e Unterörl e il loro Nuihaus, l’Obergamp e l’Untergamp, l’Oberleit e l’Unterleit con la chiesetta Leiter e lo Spechtenhaus vennero sommersi. Il cono di deiezione del rio di Vernago aveva bloccato il fondovalle verso l’esterno e, così, l’Azienda Energetica di Bolzano e Merano non tardò a presentare il progetto del bacino idrico. Dal 1948, la valle si trasformò in un grande cantiere, che dava lavoro a quasi 600 persone, la maggior parte proveniente dal Mezzogiorno. Nel 1964, la diga di sbarramento, con un’altezza di 64 m e una lunghezza di 480 m, venne terminata. Dietro ai 2,2 milioni di metri cubi di detriti, che sbarrano la valle, vengono raccolti fino a 43,8 milioni di metri cubi d’acqua. Gli effetti, per lo più negativi, della costruzione del lago artificiale sono stati immensi per l’intera valle: otto famiglie di contadini hanno dovuto cedere il posto alle acque e, in parte, lasciare la valle, non possedendo altra terra al di fuori di quella. Le ripercussioni sul bilancio idrico erano incalcolabili: dalla realizzazione del bacino, il rio di Mastaun e quello di Pinalto sono quasi asciutti, poiché l’acqua condotta al lago viene attinta tra i 1700 e i 1800 m d’altitudine, esaurendo così numerose sorgenti. Quasi tutto l’anno, nel rio Senales scorre solo acqua residua, mentre quella del lago scende in Val di Fosse attraverso una galleria di 5,8 km.
    Nei pressi del maso Casera di Dentro tale galleria attraversa la valle in superficie e, per altri 8,5 km, il Gruppo di Tessa fino al Monte Sole di Naturno, prima che una condotta forzata di 2 km e 1040 m di dislivello faccia confluire l’acqua alla centrale elettrica di Naturno-Compaccio. Neppure le gallerie di Monte Sole in Val Senales sono rimaste immuni da conseguenze: quasi tutti i masi locali hanno avuto difficoltà di approvvigionamento idrico e talvolta le sorgenti si sono esaurite completamente. Nella migliore delle ipotesi, i risarcimenti o il riscatto di terreni e corsi d’acqua sono stati versati solo parzialmente e con un notevole ritardo. Pensando ai milioni di chilowattore che, ogni anno, vengono prodotti con l’acqua della valle, non si può negare una certa “ingiustizia sociale”. In tarda primavera, quando il livello del lago scende al minimo, svetta al cielo il campanile dell’antica chiesa Leiter, costruita nel 1727 e consacrata a San Giovani Nepomuceno, il cui pregiato allestimento, tra cui un altare del Monastero certosino Monte degli Angeli, fu messo in salvo. Solo nel 1997, su iniziativa della popolazione e con l’appoggio dell’Azienda Energetica, venne edificata l’odierna chiesa Leiter, in cui vengono conservate queste perle artistiche. Oggi, il placido borgo presenta alcuni masi, hotel e pensioni lungo la riva del lago, sulle cui terrazze in estate è possibile godersi il sole fino a tarda sera. Sopra la località svettano i tre edifici scuri dell’imponente Maso Tisa, che viene menzionato già in alcuni documenti del 1306, un tempo proprietà dell’Abbazia di Stams. Fino alla metà degli anni ‘50, i portatori di provviste (Jochträger) oltrepassavano questo maso diretti al Rifugio Similaun, quando salivano in direzione del Giogo Basso. Vernago è davvero affollato solo una volta all’anno, quando migliaia di pecore vengono riportate a valle attraverso il Giogo Basso dai loro pascoli in Valle Ötztal.

    Guide, scuole
    Entrata Alta Via di Merano a Monte S. Caterina
    Senales, Val Venosta
    Da Monte S. Caterina al Maso Gelato

    Descrizione cammino

    L’Alta Via di Merano attraversa il pendio boscoso sopra Monte Santa Caterina, paesino di montagna che è possibile raggiungere in bus e in auto: la fermata del mezzo pubblico si trova proprio in paese e c’è anche un parcheggio gratuito non custodito. Da lì si segue l’indicazione per l’Alta Via di Merano. Si procede lungo la strada in salita fino al Maso Montferthof (1471 m s.l.m.). Passato il maso, seguendo un sentiero ripido, si attraversano pendii con vegetazione steppica. Attraversando pascoli tra lievi salite e discese si arriva ben presto alla biforcazione a destra per la Val di Fosse. Il sentiero scende attraversando un ampio pendio boscoso. È importante fare attenzione nei canali: la caduta massi può verificarsi anche senza pioggia. Passato il maso Infanglhof si arriva alla strada, da lì si mantiene la destra e si sale verso l’Albergo Jägerrast (1693 m s.l.m.): posto alla fine della strada pubblica, è una destinazione molto amata dagli escursionisti. Un ampio sentiero conduce alla Val di Fosse attraversando un bosco luminoso. Con un pizzico di fortuna, nella valle sovrastante è possibile avvistare dei camosci, oppure un’aquila reale che volteggia sulla gola perché nidifica sulle sue pareti. Dopo un capitello votivo, passata una svolta a destra del sentiero, si vedono la malga Casera di Mezzo (1954 m s.l.m.) e, dopo un breve tratto, la Malga Rableid (2004 m), nelle quali è possibile concedersi una pausa. Il sentiero poi attraversa un lariceto per arrivare al Maso Gelato (2071 m s.l.m.). Lì svettano due montagne: la Cima Bianca Grande (3.278 m s.l.m.), che deve il nome alla sua chiara roccia calcarea, e l’Altissima (3480 m s.l.m.), a sinistra della depressione del valico.

    Fortezze e castelli
    Sorgenti delle steghe
    Castelrotto, Regione dolomitica Alpe di Siusi

    Sorgenti delle streghe: all'insegna dell'avventura con la strega Curadina passando le sorgenti sulfuree

    Arte e cultura
    Monumento imperatrice Elisabeth
    Merano, Merano e dintorni

    Il monumento dedicato all’illustre ospite della città si trova immerso nel verde della Passeggiata d’Estate, vicino al ponte della Posta. A partire dal 1870 l’imperatrice austriaca era stata più volte ospite di Merano dando così lustro alla città e contribuendo notevolmente alla sua fama. L’opera, realizzata da Hermann Klotz nel 1903 in marmo di Lasa, raffigura Sissi in abiti eleganti ma semplici, seduta su una poltrona di vimini proprio a sottolineare il legame affettivo e la familiarità con la città di cura. Durante il periodo fascista il monumento venne tolto da qui e spostato in un angolo più nascosto del Kupark fino al 1977 quando, restaurato, venne riposizionato là dove la cittadinanza aveva voluto ricordare la sua amatissima Sissi.

    Chiese e abbazie
    Chiesa di San Sisinio, Lasa
    Lasa, Val Venosta

    Novità - Trittico nella chiesa di San Sisinnio a Lasa

    Nel 1977 l'artista Jörg Hofer realizzò per la chiesa di San Sisinio l'altare alato "Genesi". Tuttavia la pala d'altare rimase nella cappella solo per un anno. Nell'agosto 2024 le tre ali sono tornate dopo 47 anni e sono ora esposte permanentemente nella chiesa.

    La chiesa di San Sisinio svetta da un’altura di Lasa, noto paese del marmo. L’edificio, caratterizzato dall’inusuale torre sul coro, venne eretto sulle rovine di una costruzione preesistente. Ritrovamenti di scheletri e frammenti di terracotta testimoniano la presenza di un luogo di culto risalente al’età del bronzo. L’antica antropizzazione della collina è sicuramente da ricondurre alla sua posizione, che permette ancora oggi ai visitatori di godere di un panorama fantastico con vista sulle montagne circostanti.

    La chiesa, nominata per la prima volta nel 1290, è dedicata al martire Sisinnio, che fu attivo nell’Alta Val di Non. Le alte mura che circondano l’edificio, costruite in stile romanico a spina di pesce, presentano sulla parete a est un portale gotico ad arco ogivale senza battente. Il coro è sovrastato da una torre, che è coperta da una costruzione in pietra a forma di piramide. La navata presenta invece due finestre ad arco, un arco di trionfo sporgente e un portale in marmo di Lasa.

    La chiesa non ha alcun allestimento sacrale ed è chiusa.

     

    Arte e cultura
    Glorenza – la cittadina medioevale
    Glorenza, Val Venosta

    Glorenza, la più piccola città dell'Alto Adige, incanta i visitatori con la sua atmosfera medievale. La cinta muraria perfettamente conservata e le tre possenti porte turrite. Poco è cambiato del XVI secolo e così si può sentire la ricca storia della città in ogni angolo. Il carattere romantico, l'intensa vita culturale e i dintorni idilliaci fanno di Glorenza un vero e proprio gioiello delle Alpi. Vi invitiamo con piacere nella nostra incantevole città per condividere atmosfere magiche, rievocazioni storiche, manifestazioni indimenticabili ed eventi culturali.

    Le origini di Glorenza risalgono all’epoca carolingia, sebbene la prima menzione rinvenuta sia databile al 1163. Intorno al 1290, a sudest del borgo, nei pressi del ponte sull’Adige, Mainardo II di Tirolo-Gorizia, per rafforzare la propria egemonia sull’Alta Val Venosta contro il principe vescovo di Coira, fondò una città, per la prima volta denominata “burgum” nel 1294. Entrambi gli insediamenti, il paese e la città di Glorenza, coesistettero appena 200 anni. Rasa al suolo, a seguito della battaglia della Calva nel 1499, Glorenza venne fortificata dagli Asburgo, in primis da Massimiliano I, come baluardo contro gli elvetici, congiungendo i nuclei dei due insediamenti mediante le mura di cinta tutt’oggi esistenti. All’impianto urbano originario appartengono le torri difensive e d’abitazione, conservatesi sino ad oggi, tra cui il cosiddetto “Castello di Glorenza” e la “Torre dei Passeri”, all’estremità sudovest dell’odierno centro storico. A dominare l’attuale configurazione del borgo, tuttavia, è l’assetto del XVI secolo.

    Le visite guidate in lingua italiana si tengono ogni lunedì dal 17 giugno al 16 settembre sempre alle ore 10.30

     

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