Nei tempi antichi, per poter irrigare anche la parte più arida della valle, l’acqua veniva condotta per mezzo di cataletti di larice posti su alti piloni in muratura che passavano sopra i tetti delle case e l’Adige.
L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.
Nei tempi antichi, per poter irrigare anche la parte più arida della valle, l’acqua veniva condotta per mezzo di cataletti di larice posti su alti piloni in muratura che passavano sopra i tetti delle case e l’Adige.
Nel 1744 la chiesetta di San Giovanni in Ranui fu commissionata da Michael Jenner. La costruzione barocca si trova in ambiente grazioso con il paesaggio alpino imposante del Gruppo delle Odle in sfondo. L'altare è fatto di legno marmorizzato ed è considerato il gioiello della chiesa. San Giovanni di Nepomuceno è il patrono, al quale sono dedicati una serie di pitture sulle pareti laterali dell'altare. La chiesetta è di proprietà privata. L'accesso è a pagamento. Tuttavia, la chiesa rimane chiusa.
Per favore non entrare nei prati.
Il laghetto artificiale a Tiso è ideale per rilassarsi. Si trova immerso nei prati e un sentiero (percorribile con carrozzelle e passeggini) corre tutt’attorno allo stagno. Panchine e una fontana con acqua potabile invitano a soffermarsi e alcuni frammenti di roccia raccontano la storia geologica del territorio.
Ammirate lo spettacolo del fragore dell'acqua alla cascata Rötbach sopra Casere. Potrete provare la freschezza delle gocce d'acqua sulla Vostra pelle, respirarne l'aria piacevole, approfittarne del particolare microclima e goderVi i riflessi colorati della luce al brillare del sole.
È così chiamato il massiccio blocco calcaero a nord-est di S. Maddalena, raggiungibile attraverso un sentiero che inizia preso la chiesa. In questo luogo, a quanto pare, si riunivano segretamente i seguaci della dottrina luteriana (i battisti) per celebreare le loro messe.
Il maso e la chiesa di Söles vengono menzionati per la prima volta nel 1220 e nel 1249. Nel 1499, la chiesa fu incendiata dopo la battaglia di Calven, per essere poi ricostruita in stile gotico fra il 1570 e il 1580. Recenti scavi archeologici hanno scoperto tracce di un edificio, sempre dedicato alla liturgia, risalenti al 6°, 7° e 8° secolo. Il Patrocinio ha invece le sue origini nel 9° secolo. Inoltre, sono state rinvenute parti di affreschi risalenti all'epoca precedente alle prime annotazioni, che si sono rivelate decorazioni pittoriche della chiesa romanica precedente e di eccezionale qualità artistica.
Nel terreno attorno a Tiso, collocate su dieci alture tra la valle e la montagna fino all´altitudine di 1260 slm, si possono trovare vecchi muri, fosse e caverne, in parte dissotterrate o nascoste. Sono testmoni di una vasta linea di fortificazioni campali.
In previsione dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale l’impero Austro-Ungarico fece costruire o rinforzare strutture difensive non solo vicino al confine, ma anche in diversi punti strategicamente importanti dell’entroterra. Una di queste “2° linea di difesa” era lo “Sbarramento di Chiusa“: Questo aveva lo scopo di rallentare o addirittura fermare qualsiasi avanzata delle truppe italiane nella Valle d’Isarco dalla zona di Bolzano o dalle Dolomiti. Al centenario della Grande Guerra si è costituito il “Gruppo di lavoro delle trincee di Tiso” con lo scopo di studiare la storia di queste trincee e di far partecipare gli interessati alle nuove, a volte sorprendenti scoperte.
Il lago di montagna di Covelano si trova in posizioni idillica nel Parco Nazionale dello Stelvio, sopra la cava di marmo di Covelano e ai piedi della croda Jenne.
Punto di ristoro: Malga di Covelano, Osteria Haslhof
La ferrovia a piano inclinato porta ancora oggi a valle i pesanti blocchi di marmo, tenendo conto anche delle particolari condizioni ambientali del Parco Nazionale dello Stelvio.
La ferrovia marmifera è attiva ininterrottamente dal 1930, è conservata intatta nella sua forma originale e trasporta il marmo dalla cava (2,200 m) a valle. Con la ferrovia è possibile trasportare fino a valle 40 tonnellate di marmo con la velocità di 1m/sec. Le visite guidate danno la possibilità di vedere da vicino quest’opera unica e straordinaria.
Il 4 settembre 2011 la storica sorgente sulfurea Stinkabrunn di Lasa è stata ufficialmente inaugurata, dopo lunghi lavori di manutenzione. L’acqua batteriologicamente pura della sorgente è molto ricca di minerali. Per questo è indicata per terapie dell’apparato digerente, del fegato e di malattie cutanee.
Formazioni geologiche dell'ultima era glaciale Sono formazioni geologiche dell'ultima era glaciale. Il terreno argilloso di colore rosso si stacca franando al di sotto dei prati e dei boschi e si formano le piramidi di terra. Lo smottamento proviene dal rio Margherita, che scorre nella Val d'Adige verso Settequercie.
All'ingresso orientale di Silandro si vedono i blocchi bianchi, che sono lavorati nello stabilimento di marmo della ditta Covelano Marmi.
Nel castello di Silandro con la mostra di Menhir e in tutto il comune di Silandro, si vedono tracce del marmo, ad es. al municipio e nella piazza principale di Silandro e alla fontana ornata di fronte alla chiesa di San Giovanni a Corzes - così come nell’Atelier del marmo di Arte & artigianato (stabilimento di Covelano Marmi).
Il marmo di Covelano è utilizzato in tutto il mondo, ad esempio nei bagni e nelle cucine di lusso nel grattacielo di superlativi One57 - New York e anche nella lapide di Udo Jürgens, la pietra bianca del pianoforte viene dall'Alto Adige.
Il mondo del marmo può essere scoperto durante le visite guidate e le escursioni.
Il Colle del Santo Sepolcro o Calvario è il più bel punto panoramico di Tiso. La Cappella del Santo Sepolcro è stata costruita in forma barocca verso la fine del 17° secolo. Al suo interno sono venerati i sacrifici e la morte di Gesù Cristo. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, nel maggio 1915 qui furono erette fortificazioni su disposizione dell’esercito austroungarico. Dovevano servire da difesa contro un possibile ingresso delle truppe italiane nella Valle dell’Isarco qualora dovesse cadere il fronte delle Dolomiti. Prigionieri russi realizzarono le trincee e un bunker. Tuttavia le difese non ebbero nessun utilizzo nella I Guerra Mondiale. Però il bunker servì agli abitanti del paese da rifugio contro gli attacchi aerei e i bombardamenti negli ultimi mesi della II Guerra Mondiale.
Il podere Schreiber è una delle case più vecchie e conservate di San Genesio. L'edificio è stato costruito intorno al 16° secolo ed è stato designato come tutela dei monumenti.
La Torre della Città di Vipiteno é detta popolarmente Torre delle Dodici (Zwölferturm) perché i rintocchi della sua campana richiamavano i cittadini alla pausa del mezzogiorno. Essa fu eretta sopra “la porta della città“, in conci di granito grigio, tra il 1468 e il 1472 su disegno del vipitenese Hans Feur, che aveva collaborato alla costruzione del coro gotico della chiesa parrocchiale. Sopra i due fornici della porta due lastre di marmo (inserite nel 1478) ricordano una l’inizio dei lavori preparatori nel 1468 e l’altra la posa della prima pietra da parte del Duca Sigismondo d’Austria nel 1469. Con i suoi 46 m d’altezza la torre è il simbolo del prestigio raggiunto dalla città di Vipiteno.
La Torre delle Dodici può essere visitata anche dall'interno in occasione di alcuni eventi, come il Mercatino di Natale, d'estate durante le Feste delle lanterne o per la Sagra dei canederli.
Il Rgglmoos è situato in un avvallamento sul pendio a nord del Kienberg, a ca. 1 km a est della stazione ferroviaria di Casteldarne. La cetraria viene nutrita con l’acqua di penetrazione del pendio e l’efflusso principale si trova a ovest. Questa zona umida è ben situata, si tratta di una cetraria bassa che sui bordi è popolata in parte da pini, abeti e betulle. Sotto l’aspetto della vegetazione si possono differenziare tre aree: nella parte est dominano carici e torbiere, nella parte centrale, meno umida, sono presenti carici unite a molina coerulea e torbiere. La parte ovest infine è coperta da canne palustri, sono presenti anche torbiere e sui bordi crescono ontani. Nonostante si trovi in mezzo al bosco, questa cetraria bassa merita di essere protetta proprio per la sua collocazione particolare e il suo manto vegetale ancora relativamente intatto.
Da Moso fino alla chiesa e lungo la strada principale in direzione Plan fino al ponte. 50 m più avanti inizia a sinistra della strada il sentiero che vi porta direttamente alle cascate Stieber. Il Rio Plan precipita 19 m e poi 18 m nella gola e si getta nel Passirio.
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Lasa venne eretta nel 1200 circa, su terreno su cui già si trovava un edificio religioso del periodo carolingio, come testimoniato da un frammento di marmo ritrovato in loco e risalente a tale epoca. Nel 1499, nel corso della guerra dell’Engadina, la chiesa romanica venne incendiata, per essere poi ricostruita come chiesa gotica pochi anni dopo. Nella sua storia, la chiesa di S. Giovanni fu coinvolta in vari incendi. Solo negli anni ‘70
vennero portati alla luce le fondamenta e alcune parti dell’abside, che furono poi interamente ricostruiti.
Sulla parete est si trovano tre grandi archi a luce chiusa, che ricordano la sezione di una basilica di stile romanico. Attorno all’abside sono visibili sculture di animali, tra i quali un leone e un montone, tutte di pregevole fattura. Un rilievo altomedievale dei tre santi martiri Sisinnio, Alessandro e Martirio adorna l’altare.
Santa messa sab ore 19.30, dom ore 10 (inverno sab ore 18, dom ore 10) in lingua tedesca
L’albero si trova sul Salto di Malgorer.
È il piú vecchio larice del Salto ma l’età esatta non può essere definita.
Forma a candelabro dei piú forti rami inferiore. La chioma ha potuto svilupparsi liberamente in assenza di concorrenza.
Il larice é indicato come particolaritá estetica nel mezzo del grande bosco di larici del Salto.
Il meraviglioso passato di questo albero ha subito un danno irreparabile dalle masse di neve durante l’inverno di 2008/2009, numerosi rami sono stati spinti verso il basso.
Altezza dell‘albero: 24m
Diametro: 2,03m
Circonferenza: 6,40m
Località: Montoppio
Altezza s.l.m.: 1435 m
Il Centro visite del Parco naturale Puez-Odle a S. Maddalena di Funes ha il compito di avvicinare il visitatore alla natura e di invitarlo a soffermarvisi. Una fotografia aerea del Parco naturale Puez-Odle sulla quale si può camminare invita il visitatore ad osservare il parco dalla prospettiva a volo d’uccello (maggio e giugno). Lo spazio espositivo “Toccare le montagne” tratta l’argomento principale del Parco naturale, ovvero la geologia delle Dolomiti. Il parco naturale Puez-Odle, nel cuore delle Dolomiti, è un'area naturale che si estende in parti delle valli: Val Badia, Val Gardena e Val di Funes. Racchiude principalmente due gruppi montuosi: il gruppo del Puez e quello delle Odle. Il Parco naturale Puez-Odle è talvolta definito “la miniera a cielo aperto” delle Dolomiti: quí si possono infatti, ammirare le variopinte successioni stratigrafiche delle rocce depositatesi nel corso del tempo. Nello spazio espositivo “Meraviglie della natura” c’è molto da scoprire: pellicce di animali, uova e penne d’uccello, calchi delle orme, tracce, palchi, reperti vari ed erbe medicinali … tutto questo può essere ammirato ed, in parte, addirittura toccato con mano. La sala “Conquistare le montagne” è dedicata soprattutto all’alpinismo: uno degli alpinisti più famosi in tutto il mondo infatti, Reinhold Messner, è originario proprio della Val di Funes. In un breve filmato egli ci racconta le sue esperienze in montagna. Nel “Cinema della montagna” invece sarà proiettato il film sul Parco naturale Puez-Odle.
La famiglia Schwarz di origine ebrea, fondò nel 1849 la birreria a vapore, una delle più grandi nel Tirolo del Sud. Il birrificio di Vilpiano aveva un mulino proprio e nel 1897 venne dotato di un impianto idroelettrico. Quest’impianto era dotato di una turbina della marca Pelton, che rendeva il birrificio molto all’avanguardia per quell’epoca. Nel 1924 la Birreria viene ceduta e trasformata in malteria. Veniva prodotta principalmente birra tipo Pilsner, Monaco e Caramalz.
La centrale elettrica è rimasta attiva dal 1897 all’anno della sua chiusura nell’anno 1986. Tutto l’areale passò successivamente in proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano e qui venne realizzata la scuola provinciale per i Vigili del Fuoco, conservando alcuni manufatti.
Su iniziativa di Heinrich Erschbamer l’impianto è stato restaurato e reso funzionante. A partire dal 2014 l’impianto è stato collocato in uno spazio espositivo con tavole esplicative sulla storia e funzionamento della turbina. Lo spazio è aperto al pubblico.
L'emblema è costituito da cinque pizzi rossi lungo la diagonale sul campo argento. Il motivo nasce dallo schermo di protezione dei nobili di Goldegg.
Il lago di montagna di Corzes si trova nella caratteristica Valle di Silandro "Schlandrauntal", dopo le malghe di Silandro e Corzes. Il sentiero di Ötzi passa direttamente al lago fino la Val Senales.
Monumento naturale - la cascata è alta 82 m. Un tempo l’acqua della cascata veniva immessa in un canale e usata per l’irrigazione dei campi.
Raggiungibile con una passeggiata di dieci minuti dal centro di Vilpiano.
A Plata si trova un mulino glaciale del diametro di 1,4 m e di una profondità di 3,6 m. Questo fenomeno naturale è un prodotto delle acque dei ghiacciai che assieme a dei sassi hanno formato queste buche enormi nelle rocce.
Da Plata il sentiero nr. 6 verso “Pianlargo” conduce fino ad una cappella, e da lì il sentiero nr. 5 porta in pochi minuti alla marmitta. Tempo di percorrenza: 30 minuti.
Un’iscrizione indica la prima consacrazione nel 1199. La navata centrale presenta un soffitto piatto e delle feritoie. Il coro culmina in un’abside con una raffigurazione della Majestas Domini e due simboli degli evangelisti ancora in buono stato. Ciò che rimane degli affreschi risale al 13° secolo. A sud rispetto all’arco trionfale vediamo il sacrificio di Caino e il torso di una sirena con coda di pesce. La testa con i capelli lunghi, lo sguardo pensieroso e la gestualità delle braccia danno a quest’immagine un carattere melanconico unico, che si distingue dalla rappresentazione del demoniaco in altri dipinti.
La chiesa di S. Nicolò è aperta dal 03.05.2024 - 18.10.2024 ogni venerdì alle ore 14 per le visite guidate (Prezzo: € 3,00 a persona). Prenotazione non necessaria.
Nella zona della stazione ferroviaria si possono già vedere i blocchi di marmo del peso di diverse tonnellate, che vengono lavorati nella fabbrica di marmo della compagnia Lasa Marmo.
Nel mondo del marmo e in tutto il luogo si trova la pietra bianca: sculture, edifici e persino marciapiedi di marmo - nelle officine degli scultori e nella scuola professionale scultori.
Il marmo di Lasa non è solo popolare in Alto Adige, come nell'Ospedale di Silandro e nella Sala dei concerti di Bolzano, ma in tutto il mondo - per ammirare al World Trade Center Transportation Hub.
Il mondo del marmo può essere scoperto durante le visite guidate e le escursioni.
www.marmorplus.it
Qui troverete uno splendido panorama e un po 'ambiente tranquillo, impegnato. Intorno al lago porta anche un piccolo sentiero. Il percorso è molto semplice e prevalentemente pianeggiante o con un leggero salita e discesa. Per arrivare a questo luogo idilliaco è necessario seguire la strada n.9. Solo i membri dell'associazione dei pescatori locali possono pescare lì.