Quando si gioca a Watten, si fa sul serio. Le carte vengono sbattute sul tavolo così forte da far sussultare gli spettatori. Risate e imprecazioni, occhiate e dita che fremono. Per vincere, bisogna essere amanti del rischio e avere una buona memoria. La variante del Watten più amata in Alto Adige (il cosiddetto "Blindwatten", che si gioca a carte coperte) presuppone un elevato spirito di osservazione e una certa rapidità nel creare le combinazioni giuste. Ma questo gioco non serve solo a passare il tempo, magari bevendoci un po' su.
Mentre la memoria lavora a pieno ritmo, i giocatori si sfidano in un braccio di ferro che stimola le capacità cognitive. Non si sa di preciso se abbia avuto origine in Francia o in Italia. Quello che è certo è che il Watten fa parte della quotidianità e della cultura delle locande altoatesine tanto quanto il meno diffuso "Perlaggen". Proprio come ogni locanda serve le sue specialità e ogni valle parla il suo dialetto, quasi ogni località gioca a Watten secondo le proprie regole. A Termeno e Cortaccia, per esempio, si gioca in senso antiorario.